
Nel corso della vita si entra in contatto con un numero indefinito di persone. Talvolta sono incontri tanto fugaci da sembrare quasi inesistenti, tanti sono scambi fortuiti da cui pensiamo non poter trarre granchè e poi ci sono quegli incontri che si trasformano in relazioni a lungo termine. Nonostante ciascuna di queste relazioni sia dissimile dalle altre, tutte pretendono che venga messa in gioco una parte di noi, in alcuni casi in modo superficiale e senza importanza, in altri in modo più completo e profondo.
Ma se l’importanza delle relazioni più durature è chiara ad ognuno di noi, risulta sicuramente meno palese quel che avviene durante scambi più veloci e meno intimi, quegli incontri insomma che spesso si tende a considerare insignificanti. Penso al postino, ad un passante che chiede un’informazione, uno sconosciuto che chiede una sigaretta e, mentre si sfodera il pacchetto dalle tasche, lui racconta qualcosa di sè. A queste persone spesso non viene prestata attenzione, non viene considerato di alcuna importanza quel che dicono, come lo dicono e tanto più grave non viene prestata attenzione a come si risponde. Non siamo abituati a dare il beneficio del dubbio al fatto che questo breve incontro possa regalarci un sorriso o addirittura a farci scoprire qualcosa di diverso da quello che siamo abituati a conoscere. Questa mancanza non so se sia dovuta ad un estrema presunzione, all’eccesso di fretta che spesso fa correre a destra e manca senza ragione, o se sia solo mancanza di voglia. Quel che ogni giorno però pare sempre più chiaro a chi risponde cortesemente ad una domanda, o a chi è capace di sorridere ad una battuta simpatica mentre sfodera il pacchetto di sigarette, è che ogni incontro può regalarci qualcosa.
Solo quando si impara a stimare ed apprezzare in modo semplice e genuino ognuna delle persone che ci si avvicinano, cogliendo in ogni situazione un barlume di insegnamento o crescita personale, si acquisisce così anche la capacità di comprendere e apprezzare una qualità che spesso viene disprezzata: la diversità.
La diversità non è un difetto ma è il pregio e, entrandoci in contatto, può consentire a tutti di essere persone migliori alimentando la capacità di critica personale e affinando l’intelligenza.
Perdendo imporatanza la durata dell’incontro e diventandone prioritaria la qualità potremmo imparare molto di noi stessi: scoprire sentimenti e passioni celati che non si è stati in grado fino ad oggi di vedere, alimentare la curiostià verso qualcosa di nuovo, scoprire punti di vista alternativi, ascoltare storie personali fuori da ciò che consideriamo consueto. Imparando ad aprirci al mondo i contrasti diventano opinioni, i conflitti, dialoghi e ogni incontro diventa un momento di crescita.
Solo imparando a conoscere ciò che è estraneo, potremmo meglio comprendere la nostra più intima individualità perchè pensarci finiti è un errore, pensarci perfetti è imperdonabile.
Foto e articolo di Veronica Bernardi