
Esistono viaggiatori che trascorrono ore interminabili seduti nella carrozza di un treno, percorrendo una tratta sempre uguale, avanti e indietro sulle stesse rotaie, settimana dopo settimana, anno dopo anno. Per questi viaggiatori salire, partire,viaggiare sono solo una routine talvolta frustrante, talvolta liberatoria e percorrere quella tratta diventa col tempo un non-viaggio, una costante di una vita a metà.
In quei vagoni freddi e senza anima, circondati da sconosciuti ed immersi nell’ovattante suono del treno che corre, sembra di essere trasportati lontani nel tempo e dalla realtà conosciuta. Il mondo fuori non ha più consistenza: non hanno colori i tramonti in lontananza, non ha profondità il buio della notte e, mentre i cartelli blu e bianchi si susseguono fuori dai grandi finestrini mostrando un percorso sempre uguale, i paesaggi senza luogo passano veloci. Immagini sfocate che hanno la capacità di sedurre e ipnotizzare i viaggiatori, condurli per mano dentro i loro pensieri più profondi e costringerli a guardarsi dentro. Ed è così che talvolta qualcuno di loro è in grado di lasciarsi andare, piangendo su quegli scomodi sedili.
In quei momenti non ha più valore il luogo di partenza e neppure quello di arrivo, semplicemente si lasciano trasportare su rotaie per sempre parallele, mentre la loro mente traccia percorsi tortuosi. In quei viaggi senza tempo loro hanno la capacità di estraniarsi e lasciare vorticare il cuore e la mente in miriadi di direzioni. Ogni pensiero è padrone di un sentimento e ogni lacrima che scende ne è figlia.
Attorno a loro gli altri viaggiatori spariscono, non esistono perché chi piange in treno lo fa col cuore, lo fa senza vergognarsi di provare sentimenti e di mostrare al mondo un’umanità privata. Non so se si piange di più per ciò che si è lasciato o per quello che si sta raggiungendo, ma per loro quello che oggi è stato il punto di partenza domani sarà quello di arrivo e viceversa, quindi forse quelle lacrime sono solo il collante che rende quelle rotaie un po’ più viaggio e un po’ meno percorso.
Se vi capiterà di vedere una lacrima scendere sul viso della persona davanti a voi non compatitela, perché quella lacrima porta con sé gioia, amore, gratitudine, scoperta, liberazione e, ne sono certa, quella lacrima rappresenta il personale binario tra partenza e arrivo: due metà dello stesso insieme.
Foto e articolo di Veronica Bernardi
Posso capirlo molto bene dati i viaggi su e giù per Milano di questi ultimi mesi. Gioiosi i viaggi di andata, più tristi quelli di ritorno.
A chi lo dici, è dal 2001 che percorro la stessa tratta!!!